Palazzo Moroni custodisce interni affrescati e arredati tra Sei e Ottocento, una ricca collezione d’arte, e un vasto giardino composto da un sistema di terrazze di impianto seicentesco e da un’area agricola di circa due ettari: l’ortaglia.
A seguito dell’emergenza sanitaria che ha colpito Bergamo nella primavera 2020, la Fondazione Museo di Palazzo Moroni e il FAI hanno deciso di aprire al pubblico in via eccezionale i Giardini Moroni. Gli interni del Palazzo saranno visitabili al termine dei necessari lavori di restauro e adeguamento.
Fin dal Seicento, il palazzo si affaccia su un complesso di giardini all’italiana: sono giardini formali pensili, articolati in una balconata e tre terrazzamenti che si sviluppano a ridosso del Colle di Sant’Eufemia. Il terzo e più alto terrazzamento dà accesso al Pensatoio del conte, una torretta in stile neo medievale costruita nell’Ottocento sui resti di una più antica struttura già di pertinenza della Rocca civica, che cinge la cima del colle.
Oltre i giardini, si estende l’ortaglia: qui si trovano ancora viti allevate su pergola, alberi da frutto e un roccolo, cioè un circolo di alberi di carpino, i cui rami intrecciati fungevano da reti per cacciare uccelli vivi a scopo alimentare e ludico. Non mancano gli alberi di gelso: uno dei simboli della famiglia, arricchitasi grazie all’allevamento del baco da seta che si nutre proprio delle foglie di questo albero.
Concessione Fondazione Museo di Palazzo Moroni, 2019.