Delle 72 antiche torri che hanno reso celebre San Gimignano, solo 14 sono sopravvissute fino ai giorni nostri a connotare l’inconfondibile profilo del più celebre borgo medievale italiano. Tra queste spicca anche quella dei Campatelli, una famiglia di imprenditori e proprietari terrieri fiorentini che da inizio Ottocento legò il suo nome a questa casa-torre di 28 metri eretta a metà del XII secolo, oggi la sola ad aver conservato il volume unico originario della costruzione, completamente vuoto al suo interno.
La famiglia acquistò l’intero complesso e ne fece una dimora alto-borghese giunta a noi intatta nell’aspetto e nell’atmosfera grazie a Lydia Campatelli, che nel 2005 lasciò la casa al FAI a condizione che fosse aperta al pubblico. L’esperienza di visita comincia con un emozionante filmato, proiettato sulle pareti delle Soffitte, dedicato alla storia, all’identità e al mito di San Gimignano, oggi Patrimonio Mondiale UNESCO. Poi, al piano nobile, arredato con oggetti originali integrati con cura e dettaglio, si entra nella quotidianità dei padroni di casa: un mondo sospeso nel passato tra fotografie, memorie private, oggetti d’arte e collezioni tra cui spiccano le ceramiche di Montelupoe i quadri di Guido Peyron, pittore fiorentino di fama, zio della donatrice. Visitare Torre e Casa Campatelli è un vero e proprio viaggio nel tempo, sullo sfondo di storia lunga più di mille anni. Casa e Torre Campatelli donate al FAI da Lydia Campatelli, nel 2005.